Mercoledì 24 Aprile 2024

Mondiali ciclismo, doppietta americana nelle crono donne e juniores. Domani i big

Solo 15ª Elena Cecchini tra le ragazze, fuori dai primi 20 gli azzurri Konychev e Covi. Tra i professioniti in gara fra 24ore i favoriti sono l'australiano Dennis, l'olandese Dumoulin e il tedesco Martin

Il podio femminile: da sinistra Ellen Van Dijk, Amber Neben e Katrin Garfoot (Getty Sport)

Il podio femminile: da sinistra Ellen Van Dijk, Amber Neben e Katrin Garfoot (Getty Sport)

Doha (Qatar), 11 ottobre 2016 - Per la serie "a volte ritornano", otto anni dopo Varese 2008 Amber Neben è di nuovo campionessa del mondo élite: con il tempo di 36'37" la 41enne statunitense ha battuto di 6" l'olandese Ellen Van Dijk - iridata nel 2013 e detentrice del titolo europeo conquistato il mese scorso a Plumelec - e di 8" l'australiana Katrin Garfoot, unica dell'ultimo lotto di partenti ad essere entrata nel gioco per le medaglie. Ancora un'ultraquarantenne statunitense davanti a tutti, quindi, dopo il tris olimpico centrato nella stessa specialità da Kristin Armstrong che, proprio dopo il trionfo di Rio, aveva chiuso definitivamente la propria carriera a 43 anni. L'unica azzurra al via, Elena Cecchini, si è piazzata quindicesima a 2'30". Qualche ora prima del successo della Neben, gli Stati Uniti avevano già festeggiato un'altra maglia arcobaleno, quella di Brandon McNulty tra gli juniores, vincitore con 35" sul danese Mikkel Bjerg e 53" su un altro portacolori della nazionale stelle e strisce, Ian Garrison. Lontani, anche in questo caso, gli azzurri: il figlio d'arte Alexander Konychev - il padre, Dmitri, è stato uno dei più grandi corridori russi a cavallo tra gli anni '80 e '90, ma ormai da tempo risiede proprio in Italia, sul lago di Garda - si è piazzato 27° a 2'58" da McNulty; Alessandro Covi ha chiuso in 32ª posizione a 3'13". Domani ultimo atto delle prove contro il tempo con la gara più attesa, quella dei professionisti. Un anno fa, a Richmond, festeggiammo una storica medaglia d'argento in una disciplina per noi storicamente ostica, ma a regalarcela fu Adriano Malori e, come è noto, il forte corridore emiliano è di nuovo ai box in seguito alla frattura alla clavicola rimediata alla Milano-Torino, che ha posto fine ad un disgraziato 2016 iniziato con l'ancor più grave incidente al Tour de San Luis. In assenza del corridore faro dello striminzito movimento italiano, il commissario tecnico Davide Cassani schiererà il solo Manuel Quinziato, bolzanino di quasi 37 anni campione nazionale in carica e fresco di secondo posto nella cronosquadre iridata corsa con la sua BMC, grazie alla quale nelle due precedenti edizioni era stato invece medaglia d'oro. Nessuna speranza, comunque, che Qunziato possa salire sul podio anche domani, nell'esercizio individuale. Qui i grandi favoriti sono altri, a cominciare dall'australiano Rohan Dennis, probabilmente il più motivato dopo la cocente delusione patita alle Olimpiadi, quando solo una foratura negli ultimi chilometri di gara gli ha impedito di conquistare una medaglia sicura. Qul giorno Dennis ha chiuso quinto, ma a soli otto secondi dal bronzo di Froome, il tre volte vincitore del Tour cha nel frattempo ha già concluso la propria stagione dopo il secondo posto alla Vuelta. Assente anche l'oro Fabian Cancellara, che proprio con il trionfo a cinque cerchi ha deciso di chiudere la sua gloriosa carriera nella quale era stato capace di laurearsi per ben quattro volte campione del mondo della cronometro. Unico medagliato di Rio in gara domani sarà quindi Tom Dumoulin, l'olandese argento olimpico e grande protagonista quest'anno sia al Giro d'Italia, dove ha vinto il prologo nella sua Arnhem e vestito per sei giorni la maglia rosa, che al Tour de France dove ha fatto sue l'arrivo in salita di Andorra e la prova contro il tempo con arrivo alla Caverne du Pont-d'Arc. Chi spera ancora di eguagliare il poker iridato di Cancellara, nonostante da un paio di stagioni a questa parte non sia più così devastante a cronometro, è il 31enne tedesco Tony Martin. Mille incognite pesano anche sulla testa del campione uscente Vasil Kiryienka, passistone bielorusso che nell'arco della stagione è spesso relegato a semplice gregario nella corazzata Sky e che, proprio per questo, ha soprattutto nelle cronometro individuali l'occasione di mettere a frutto per sé stesso le pontenzialità del proprio motore diesel. Ma che, giocoforza, arriva all'appuntamento clou senza grossi risultati individuali in stagione. Tra i possibili outsider, non vanno affatto sottovalutati il primo ed il secondo del campionato europeo disputatosi meno di un mese fa, vale a dire lo spagnolo Jonathan Castroviejo ed il belga Victor Campenaerts, in una prova in cui il terzo posto andò all'italiano Moreno Moser, che domani non ci sarà e per il quale, comunque, bissare la medaglia a livello mondiale sarebbe stato quasi impossibile. Altri nomi buoni da suggerire agli scommettitori sono, piuttosto, quelli dei due britannici - con Alex Dowsett probabilmente più mentalizzato sulla prova rispetto a Steve Cummings, la cui pancia rischia di essere già piena dopo le splendide vittorie di tappa conquistate a Tirreno-Adriatico, Vuelta al Pais Vasco, Critérium International e soprattutto Tour de France - del lussemburghese Bob Jungels, del secondo olandese Jon Van Emden - apparso decisamente in palla al recente Eneco Tour - del polacco Maciej Bodnar, dello svizzero Stefan Kung e dello sloveno Primoz Roglic, quest'ultimo vincitore, a sopresissima, della cronometro del Chianti al Giro d'Italia.